Che la multinazionale Nestlè sia da anni al centro di molte proteste legate alle sue campagne di marketing aggressive sull'utilizzo del latte in polvere come sostitutivo del latte materno penso lo sappiano tutti.
Basta fare una veloce ricerca su Google per trovare decine e decine di siti che propongono il boicottaggio come protesta contro la multinazionale svizzera.
Costoro saranno oggi felici di sapere che la Nestlè, assieme alla TetraPack, è stata riconosciuta colpevole e quindi condannata per una vertenza promossa dal Codacons della Sicilia su una storia che vedeva al centro della questione del latte contaminato che era stato venduto in Italia pochi anni fa.
Cos'era successo esattamente?
Il 22 novembre 2005 vengono sequestrati svariati pacchi di latte NIDINA 1, NIDINA 2 e MIO prodotti da Nestlè in tetrapack, come misura precauzionale a seguito dei risultati delle analisi effettuate dall'Arpa della Regione Marche.
Le analisi avevano infatti accertato l'alterazione del latte e la presenza di tracce di un componente chimico chiamato IsopropilThioXantone (ITX).
Questo componente chimico sporcò il tetrapack che stava all'interno delle confezioni e che quindi veniva a contatto col latte, alterandolo.
Un paio di famiglie di consumatori di questo latte si rivolsero al Codacons e chiesero al giudice i risarcimenti dei danni, ottenuti oggi dalla sentenza del giudice di Giarre che condanna Nestlè e Tetrapak a pagare i danni psicologici nonchè le spese legali.
Si parla di confezioni di latte in scadenza nel 2006, certo pensare che anche le mie famiglie sono state consumatrici di quel latte fino a pochi mesi fa non mi lascia molto sollevato, a prescindere dal fatto che la vicenda risale ad episodi di 3-4 anni fa.
La soluzione migliore è quella di nutrire i propri figli con il latte del seno materno, fornito direttamente da Madre Natura.
Purtroppo, per motivi che possono essere diversi non tutte le mamme possono darlo ai propri figli, e quindi bisogna ricorrere al latte in polvere o liquido venduto in farmacia ed al supermercato, cercando la migliore soluzione qualità/prezzo perchè il latte in questione ha prezzi altissimi.
Ma quando poi si sentono queste notizie... si resta basiti. Ed anche un pò spaventati.
First blog post
8 anni fa
2 commenti:
La Nestlè non è la prima volta che si trova al centro di questo tipo di bufere (1994 Sri Lanka: 15 tonnellate di latte contaminato da particelle radiattive - 1996-2000: sfruttamento minorile per produzione di cioccolato in Costa d'Avorio - 2005 Italia: contaminazione da sostanze chimiche (inchiostro Tetrapack) - 2008 Cina: contaminazione con la melanina provoca 4 decessi e 53 mila casi di ricovero...). Se si può, evitare sapientemente...
Ritorna il caso “latte contaminato”. Ho sentito dire che è possibile fare ricorso per avere un risarcimento per il danno “psicologico” causato dall'eventuale somministrazione del latte inquinato ai propri figli. Mi è capitato di leggere questo articolo: http://www.carlorienzi.it/?p=60
Mi sapreste dare altre info sulla questione?
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